Scalfaro, un democristiano anomalo

Un "biografia della nazione" che abbatte molti pregiudizi

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  • Un "biografia della nazione" che abbatte molti pregiudizi
  •  (ANSA) - ROMA, 30 OTT - GUIDO DELL'AQUILA, "SCALFARO DEMOCRISTIANO ANOMALO" (PASSIGLI EDITORI, PP. 267, EURO 22.00) - Democristiano fuori dagli schemi, Oscar Luigi Scalfaro è stato chiamato a ricoprire importanti incarichi politici e istituzionali proprio quando i veti incrociati delle varie correnti democristiane creavano una situazione di stallo e si determinava la necessità di trovare una personalità autorevole, dalla morale ferrea e fuori dai giochi di potere. Così è diventato ministro dell'Interno; presidente della Camera; presidente della Commissione di inchiesta sul dopo terremoto in Irpinia; presidente della Repubblica dopo la strage di Capaci.

        Il libro - attraverso un minuzioso e documentatissimo lavoro di ricerca e moltissime testimonianze dirette - racconta vicende pubbliche e private di Scalfaro di cui ripercorre i 66 anni di vita politica, con particolare attenzione al Settennato al Quirinale 1992-1999. Ne esce il ritratto di una personalità forte, dalla morale rigida, che non ha scansato una sola responsabilità ed è entrato proprio per questo in rotta di collisione con uomini, partiti e gerarchie vaticane.

        Profondamente cattolico (Scalfaro era terziario francescano) ha avuto una visione laica dello Stato, nel solco degli insegnamenti degasperiani. Famosa la sua espressione: "Lo Stato è la casa di tutti; di chi crede nel cristianesimo, di chi crede in altre religioni, di chi non crede; nessuno ha il diritto di mettere il proprio timbro sulla casa di tutti". Scalfaro è stato definito in tanti modi, "conservatore, progressista, bigotto, integralista, democristiano di destra, democristiano di sinistra, reazionario, filocomunista, giustizialista, nemico dell'autonomia dei giudici" racconta l'autore, il giornalista Guido Dell'Aquila (ex quirinalista Rai, ex vice direttore del Tg3 e di Raitre, oggi autore della trasmissione diMartedì). E il libro spiega, nei particolari, i retroscena degli scontri con Berlusconi durante e dopo il Settennato.

    E in un'appendice finale svela quelli che chiama "quattro falsi misteri" attorno a vicende che hanno riversato su Scalfaro in vita fiumi di polemiche: l'accusa di aver schiaffeggiato una signora discinta in un ristorante negli anni 50; l'accusa di aver chiesto e ottenuto da pubblico ministero la condanna a morte di almeno sette repubblichini; l'accusa di aver percepito da ministro dell'Interno soldi del Sisde e l'accusa di aver organizzato il ribaltone del primo governo Berlusconi. Di sicuro dal libro di Dell'Aquila emerge una figura molto diversa da quella che la contingenza della polemica politica ha fatto sedimentare negli anni nella testa e nell'animo di ciascun cittadino. E sfogliando le pagine ci si immerge in sessanta anni di vita italiana e per questo rappresenta una sorta di "biografia della nazione" attraverso la quale si ritrova l'origine di molte delle 'svolte' della politica italiana anche attraverso il ruolo che altri esponenti politici o del mondo dell'economia, hanno impersonato.