Paolo Mieli, la storia va resa attraente per far breccia

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  •  "C'è certamente un problema di scarsa conoscenza della storia nel nostro Paese, ma io sono convinto che la storia non vada imposta: bisogna renderla attraente per poter fare breccia anche tra i giovani. C'è una sciatteria delle classi dirigenti che si riempiono bocca dell'importanza della memoria e poi non fanno nulla, ma c'è anche una pigrizia nel modo di offrirla. Bisogna riconoscere che da questo punto di vista la Rai, e lo dico da esterno, nato e cresciuto sulla carta stampata, ha sempre avuto una marcia in più". Paolo Mieli torna con la terza stagione di Passato e Presente, da lunedì al venerdì su Rai3 alle 13.15 e alle 20.30 su Rai Storia.
        Si parte da lunedì 11 novembre con 115 nuove puntate. Le prime cinque saranno dedicate, in occasione del trentennale della caduta del muro di Berlino, alla fine di un mondo, quello comunista, dopo 50 anni di dominio sull'Europa orientale. Un muro crolla sotto l'assalto dei cittadini che ha diviso per 40 anni, un dittatore in fuga è catturato e fucilato, un sindacato clandestino stravince le elezioni e una superpotenza globale si dissolve ed esce dalla Storia. "Dalla caduta della Romania, a quella della Cecoslovacchia, fino alla fine dell'Unione Sovietica cercheremmo di dare un quadro ampio di quel cambiamento epocale", spiega Mieli all'ANSA. Giovanni Sabbatucci apre la serie di cinque puntate con il racconto della divisione delle due Germanie, fino alla caduta del muro e alla successiva riunificazione tedesca, mentre la professoressa Krystyna Jaworska ripercorre le tappe del sindacato libero Solidarnosh fino all'elezione del suo leader Walesa alla presidenza. Ernesto Galli Della Loggia approfondisce, invece, la "rivoluzione di velluto" in Cecoslovacchia e Marcello Flores si sofferma sulla Romania, l'unico paese dove la fine del regime avviene in modo violento con l'esecuzione del dittatore Ceaucescu e della moglie.
        L'ultima puntata, con il professor Adriano Rocucci, riguarda la dissoluzione dell'Unione Sovietica.
        Nella nuova edizione aprirà ogni puntata una scenografia virtuale, realizzata in alta definizione, con una nuova time-line grafica per collocare i temi trattati nel giusto contesto storico. In ogni appuntamento Paolo Mieli e tre giovani studenti di storia si confronteranno sui temi del passato con storici e docenti universitari. "E' una formula ormai sperimentata ed apprezzata - aggiunge il conduttore -. Credo sia l'unico programma della tv italiana dove i ragazzi contribuiscono al dibattito, dimostrando di avere competenze maggiori o uguali a quelle degli altri interlocutori. Li prendiamo dalle università di tutta Italia e quello che mi piace di più è che non hanno mai l'aria di chi ha imparato la lezioncina a memoria, ma intervengono puntualmente e in modo estremamente valido". Dopo le prime cinque puntate sguardo aperto su tutta la storia. "Seguiremo un percorso per spaziare tra temi di storia antica, medievale e moderna, dalla scoperta dell'America in poi.
        Rispetto a un programma come La grande storia, che basandosi sui filmati è costretto a concentrarsi sulla storia contemporanea, in questo caso possiamo aprire lo sguardo anche al passato remoto". Oltre agli storici che collaborano con il programma, saranno coinvolti nel corso delle puntate esperti di temi specifici. "Devo ringraziare Silvia Calandrelli e Giuseppe Giannotti (rispettivamente direttore di Rai Cultura e di Rai Storia, ndr), oltre ad Alessandra Bisegna e Sara Chiaretti (autrici del programma, ndr) - prosegue Mieli -. La loro presenza dà un tocco in più al programma che raramente è realizzato da soli maschi. La sensibilità femminile credo sia una chiave vincente, anche perché sanno stare meglio in video".
        (ANSA).