Mostre: a Trieste il Dorfles inedito, tra disegni e lettere

Aperta alla Biblioteca nazionale 'Il segno rivelatore di Gillo'

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  • Aperta alla Biblioteca nazionale 'Il segno rivelatore di Gillo'
  • (ANSA) - TRIESTE, 16 NOV - Ha i pantaloni a quadri e un naso grande. E' un 'bue' seduto, realizzato con varie tecniche, tra cui biro e pastelli. Ha naso e orecchie grandi come gli altri disegni di animali e creature fantastiche che Gillo Dorfles realizzava per i suoi nipoti, Giorgetta e Piero. Rivela anche uno spaccato inedito della sua vita privata, con le immagini improvvisate per gioco, la mostra artistico-documentaria "Il segno rivelatore di Gillo", inaugurata ieri alla Biblioteca statale Stelio Crise di Trieste, ideata e curata da Marianna Accerboni e promossa dall'Associazione Culturale Gillo Dorfles di Milano.
        In mostra ci sono 90 anni della sua pittura, dai primi lavori del 1910 a quelli realizzati nel 2000. Varie le opere su carta, che 'esprimono il segno' e che sono esposte per la prima volta.
        Ed è così che a metà degli anni 50 dalla sua fantasia nascono, per i nipoti, "l'uccello dell'inferno", "la mucca alata con stivaletti" e anche un occhio speciale "per vedere il futuro".
        Esposti anche i bozzetti per stoffe da arredamento, realizzati tra gli anni '30 e '50, da cui sono stati tratti i motivi per la collezione di illycaffè, e quelli firmati nel 2009 da cui gli allievi della Scuola per mosaicisti del Friuli di Spilimbergo hanno ispirato le loro opere. Accanto ai disegni, anche la parte documentaria: una trentina di suoi libri nell'edizione originale, la rassegna stampa con i tributi per i suoi 100 anni e alcune foto che lo ritraggono con Andrea Bocelli o Renzo Piano. In esposizione anche le lettere autografe del '46 inviate da Letizia Fonda Savio, figlia di Svevo, e dalla sorella Dora al direttore de La Lettura in polemica con un articolo di Gillo; 5 lettere autografe uscite dai cassetti di casa Dorfles del pittore triestino Arturo Nathan a Gillo, che lo invitava a una critica "prudente" e ancora riviste come L'Italia Letteraria del 1930 con i primi articoli di critica di Gillo.
        "E' stata mia l'idea di una prima mostra a Trieste - ha spiegato la nipote di Dorfles, Giorgetta - l'allestimento ha un'impostazione privata e per realizzarlo ho tirato fuori i disegni che mia madre aveva conservato nei decenni. Gillo era un uomo riservato non espansivo, ma questo era il suo modo per esprimersi: giocare con l'arte come ha sempre fatto nella vita".
        (ANSA).