Morandi prova 'Stasera gioco in casa'

Spettacolo debutta al Duse, con brano scritto dal nipote Paolo

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  • Spettacolo debutta al Duse, con brano scritto dal nipote Paolo
  • Settantaquattro anni e non sentirli: sul palco del Teatro Duse di Bologna Gianni Morandi canta, si sbraccia, dà indicazioni alla regia e agli strumentisti come se ne avesse quaranta in meno alla prova generale del suo "Stasera gioco in casa - Una vita di canzoni", una maratona di 21 concerti al debutto l'1 novembre e poi fino al 26 gennaio. Tanta musica condita di ricordi, aneddoti e il desiderio fortissimo di tornare a casa. "E' cominciato tutto a Bologna - ha raccontato - era il '58 e avevo tredici anni, anche se ne dimostravo otto. Venivo da Monghidoro in corriera o accompagnato in motocicletta a farmi sentire dalla maestra Scaglioni in via Lame, le dissi che mi piaceva Modugno, che da poco aveva scompaginato la musica di quegli anni. E poi, poco tempo dopo proprio qui, su questo palcoscenico prestigioso calpestato da grandissimi artisti. Era il 1964, ricordo che mio padre non venne a sentirmi perché non aveva il vestito adatto. Sono felice di fare questo spettacolo a Bologna, la mia città che sto riscoprendo, un luogo che sta vivendo un momento bellissimo, con tanta gente che viene a visitarla, perché Bologna non è solo cibo, è soprattutto arte. La vedo rinata".

    Non nasconde una forte emozione Morandi quando annuncia che il nuovo brano che canterà assieme ad alcune delle oltre 600 canzoni, l'ha scritto per lui suo nipote Paolo, il figlio di Marianna e di Biagio Antonacci, si intitola proprio Stasera gioco in casa, e aprirà tutti i concerti "e forse li chiuderà se mi verrà richiesto qualche bis. Non avrei mai pensato che un giorno avrei cantato un brano di mio nipote - ha detto, chiamandolo sul palco - Paolo ha un grande talento per la scrittura". Generoso come sempre, dopo una prima parte più o meno sempre uguale per le 21 serate, il cantante lascerà scegliere al pubblico le canzoni della seconda. Generosità mostrata anche durante la prova, quando ha chiamato sul palco Beatrice, una liceale quattordicenne che studia canto, con la quale ha duettato in Grazie perché, uno dei suoi brani più poetici e amati. E anche se è difficile nel suo vastissimo repertorio andare a trovare qualcosa di non bello, lui ci è riuscito e con grande ironia ha cominciato a cantare alcuni brani da lui considerati "veramente brutti": Vado a lavorare, Bella Belinda, La befana trullallà. Grandi applausi naturalmente da parte del numeroso pubblico che urlava "Sono bellissime", "Sei grande Gianni". Naturalmente a farla da padrone saranno i best di sempre come Chimera, Occhi di ragazza e tantissime altre.

    Immancabile l'omaggio all'amico di sempre Lucio Dalla, "ci siamo conosciuti nel '63 quando Lucio non cantava ancora", del quale ha cantato delle personalissime versioni di Piazza Grande, Futura e Caruso. E poi all'amico della rinascita, Giulio Rapetti più noto come Mogol, dopo i bui anni '70: "Sapendo che giocavo a calcio, Mogol mi contattò per fare la nazionale dei cantanti, e siccome quasi non cantavo più, mi propose uno dei brani che amo di più, Canzoni stonate che inizia con la frase 'Canto solamente insieme a pochi amici' che ha segnato l'inizio per me di una nuova era". E l'orgoglio di aver cantato con grandissimo successo la canzone di uno dei Premi Oscar della musica italiana, Nino Rota, la colonna sonora del film Il padrino, 'Parla più piano'. Lo spettacolo, circa due e mezza di durata, ha la regia di Saverio Marconi e mostra pochi elementi scenici, dei tavoli, un frigo, un pianoforte e nella seconda parte un divano su cui dialogare con qualche fan. "Il teatro è la vita - ha detto il regista - quindi la cosa più importante è rendere vita questo spettacolo, che poi racconta la storia di Gianni".