L'appuntamento, uno speed dating tra vittima e carnefice

Strugar Mitevska racconta storia vera della guerra serbo-croata

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  • Strugar Mitevska racconta storia vera della guerra serbo-croata
  • La prima parte de L'APPUNTAMENTO è puro divertimento, dadaismo, pochade, ma è solo l'inizio, poche curve narrative e siamo già nel dramma. Il film, appena uscito in sala con Teodora e già all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, vede il ritorno della regista macedone Teona Strugar Mitevska (Dio è donna e si chiama Petrunya), che mette in scena questa volta una storia vera capitata ad Elma Tataragic, cosceneggiatrice insieme a lei de L'APPUNTAMENTO. Questa la storia. Asja (Jelena Kordić) è una donna single di poco più di quarant'anni che si ritrova alle prese con il più surreale speed dating. Un tavolo da condividere con uno sconosciuto, in mezzo a tanti altri tavoli identici e altrettante coppie, e poi tante domande a cui rispondere come: che colore preferisci? Qual è la stagione in cui ti identifichi o quanto è importante per te il sesso? Domande ripetute all'infinito alla ricerca di un'intesa con l'occasionale compagno di tavolo. Subito dopo arriva il gioco della 'palla prigioniera', un pranzo d'ordinanza e, infine, balli di coppia in libertà. E tutto questo secondo un ordine stabilito da due efficienti maestre di cerimonia vestite con un vistoso abito leopardato.

    Ma c'è qualcosa che non va in questo rituale collaudato. Asja si ritrova come compagno assegnatole dal destino un certo Zoran (Adnan Omerović), un uomo molto magro e di bell'aspetto con il quale potrebbe nascere anche qualcosa. Ma la sintonia iniziale tra i due si spezza per un'incredibile coincidenza che ha legato le vite di Asja e Zoran. Zoran, si scoprirà, è infatti un serbo che ha sparato alla donna durante la guerra serbo-croata e che forse è lì, non a caso, per farsi perdonare. Asja, a sua volta, vive ancora all'ombra di quel dramma mai davvero dimenticato e ora si trova di fronte quel nemico che aveva mille volte immaginato. Da qui in poi L'APPUNTAMENTO declina in un vero dramma in cui devono trovare una giusta collocazione: peccato, colpa, redenzione e perdono.

    "Cosa ci definisce: la nostra etnia, la nostra religione, il nostro genere? Cosa ci divide o ci unisce? Questa è una storia sulla precarietà della vita, sugli incontri casuali che uniscono l'aggressore e la vittima, riportando in vita il passato doloroso; è una storia di connessioni impossibili, di amore e di assurdità" dice Teona Strugar Mitevska. E ancora la regista: "Per me L'APPUNTAMENTO è una sorta di poesia e un modo per celebrare il meglio di quella che era la Jugoslavia e Sarajevo, la città più bella del mondo con le persone più belle. La sceneggiatrice Elma Tataragić è la mia anima gemella, ha una forza collaborativa senza pari. DIO È DONNA E SI CHIAMA PETRUNYA è stato per me un viaggio personale, mentre questo film è la storia personale di Elma: la sceneggiatura è infatti ispirata alla sua vita". Il film, spiega infine la regista, "si svolge in un unico spazio e mi sono trovata di fronte a una grande sfida: come filmare questo cast di quaranta attori, di cui solo diciassette professionisti, senza annoiare il pubblico? Sapevo che si trattava di un film corale e dovevo trattarlo come un puzzle o una cattedrale in cui ogni pezzo è di fondamentale importanza: un personaggio non potrebbe funzionare senza gli altri e viceversa. Ho fatto quindi sei settimane di prove, perché le prove - conclude - permettono di organizzare il caos e di creare spazio per l'improvvisazione, per far emergere dagli attori verità che non si possono trovare altrimenti".