Eshkol Nevo, mia onesta' in 'L'ultima intervista'

Ho rotto formato romanzo per dire la mia verita' anche brutale

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  • Ho rotto formato romanzo per dire la mia verita' anche brutale
  •  (ANSA) - ROMA, 22 OTT - ESHKOL NEVO - 'L'ULTIMA INTERVISTA' (NERI POZZA - PP 416 - EURO 18,00) Il suo migliore amico sta morendo, la moglie lo vuole lasciare, la figlia maggiore se ne e' andata di casa, lui soffre di distimia e non riesce piu' a scrivere: e' un autore in crisi quello tratteggiato da Eshkol Nevo nel romanzo 'L'ultima intervista', costruito come una serie di risposte alle curiosita' dei lettori di un sito. "Avrei dovuto dare a quelle domande delle risposte preconfezionate, invece - scrive Nevo - ho deciso di dire la verita'". Ed e' questa, fuori dalla finzione letteraria, l'urgenza che ha mosso l'autore di 'La simmetria dei desideri': "Ho cercato di portare le mie risposte a un certo livello di pericolo, non dovevano avere un precedente, dovevano essere - racconta nella hall di un albergo milanese, prima tappa del suo tour italiano - oneste e disinteressate a cio' che solitamente e' ben accolto. In questi ultimi anni avverto in maniera sempre piu' evidente la presenza massiccia delle fake news e anche di finta letteratura nelle nostre vite, per questo ho sentito l'esigenza di portare verita' e onesta'".

    Il modo per farlo e' stato arrivare alla radice della forma romanzo: "volevo fare - spiega - qualcosa di nuovo, mai usato da nessuno, tutti i romanzi seguono delle leggi invisibili e anche i miei finora lo hanno fatto, io volevo rompere il formato, fare qualcosa di quasi impossibile". E quasi impossibile, per il lettore, e' capire quanto ci sia di verita' e quanto di finzione: se da una parte Nevo racconta dettagli biografici verificabili, come il fatto che suo nonno Levi Eshkol sia stato il terzo Primo ministro di Israele, dall'altro dissemina il romanzo di punti di domanda sulla capacita' stessa di uno scrittore di uscire dal formato storia. "Uno dei problemi del protagonista - dice - e' proprio distinguere tra realta' e menzogna, come quando confessa alla moglie un tradimento che in realta' non si e' consumato, cosi' io volevo creare nel lettore una sensazione di insicurezza". Ed e' destabilizzante seguire gli strani giri che fanno le risposte a domande che sono quasi sempre dirette, come 'crede in Dio?', cui segue un racconto sul karma dove una donna ha una relazione sadomaso che provoca dolori fisici al marito, che spariscono appena lei lascia l'amante. "Questo tipo di apertura - sottolinea Nevo - permette a ognuno di proiettare qualcosa di suo nelle varie storie".

    Tra i racconti, ce ne sono vari che riguardano l'attivita' pubblica di scrittore, inclusa la difficolta' di esprimere opinioni politiche non allineate in Israele: "ci sono stati tentativi da parte del Governo di dipingere chiunque si oppone alle sue politiche come antipatriottico, ma a me, se vengo criticato - confida - viene naturale alzare la voce, cosi' e' nata questa reazione di opposizione che fa parte dell'onesta' quasi brutale che c'e' a tutti i livelli del libro. Molti miei amici artisti oggi non vogliono dire la loro verita' perche' temono la reazione, a me invece questo clima fa venire voglia di urlare, di dire 'io non ho paura'". Ci sono poi racconti piu' ironici, come la parodia dell'incontro con un regista che vorrebbe stravolgere il romanzo da cui dice di voler trarre un film: "L'ho scritto prima di incontrare Moretti - chiarisce subito Nevo - che e' rispettoso e sensibile alla sostanza del libro".  Nella trasposizione del suo romanzo 'Tre piani', pero', lui non e' voluto entrare: "Sono stato sul set a giugno e basta, nel momento in cui un libro viene adattato - conclude - lo scrittore si puo' solo levare di torno". (ANSA).