Cinema: Del Brocco, VR strada per alfabetizzazione digitale

2/a edizione contest che trasforma cinema in realtà virtuale.

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  • 2/a edizione contest che trasforma cinema in realtà virtuale.
  • (ANSA) - ROMA, 20 NOV - Un debutto al Lido, 250 mila visualizzazioni su Rai Play, Rai Cinema Channel e i social, e più di 5 milioni di views per i contenuti legati al progetto.
        Sono fra i numeri registrati da Happy Birthday, il corto in Vr di Lorenzo Giovenga, con Fortunato Cerlino, Jenny De Nucci, e la partecipazione di Achille Lauro, immersione nel mondo di una hikikomori ( ragazzi e ragazze che decidono ritirarsi dalla vita sociale per lunghi rinchiudendosi in camera e utilizzando come mezzo di contatto con l'esterno i device e il web). Il film breve ha vinto la prima edizione del contest 'La realtà che non esiste', che ora torna con la seconda edizione.
        Gli organizzatori, One More Pictures e Rai Cinema sono alla ricerca del miglior script per un corto Vr e per lo sviluppo di un progetto crossmediale che verrà prodotto entro il prossimo anno. "La differenziazione è nel dna della Rai - spiega Paolo del Brocco, ad di Rai Cinema -. Il Vr è una delle strade con cui rispondere alle esigenze di alfabetizzazione digitale e alla mission di dare stimoli per sviluppare l'industria, anche dal punto di vista creativo". La realtà virtuale è presente su Rai Cinema Channel, dove ottengono migliaia di visualizzazioni contenuti creati ad hoc in virtual reality, come i red carpet a Venezia vissuti con le star; tra i nuovi in programma, una scena speciale in Vr dell'ultimo film di Gabriele Muccino, Gli anni più belli. Il vincitore del contest "parteciperà anche all'Expo di Dubai 2020" annuncia Francesco Rutelli, presidente dell'Anica e ideatore di Videocittà dove il corto sarà presente con una speciale versione in videmapping narrativo -. Il Vr è parte del presente e di quell'innovazione che diventa processo industriale, dando lavoro e facendo crescere le imprese italiane. Serve ora creare un legame anche con i grandi artigiani del nostro cinema, in un panorama dove i confini tra le varie modalità di creazione probabilmente non ci sono più".
        (ANSA).