Koulibaly, su antirazzismo passi indietro

"Io simbolo antirazzismo? Nel 2019 non dovrebbe servire..."

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  • "Io simbolo antirazzismo? Nel 2019 non dovrebbe servire..."
  • "Mi fa piacere essere considerato un simbolo nella lotta al razzismo, ma allo stesso tempo mi dispiace, perché nel 2019 non dovrebbe esserci bisogno di un simbolo per questo. Il mondo ha fatto grandi passi avanti ma se dobbiamo ancora lottare contro queste cose significa che stiamo facendo passi indietro". Lo ha detto il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly in un'intervista sui canali ufficiali del club a circa un mese dalla serata del match contro l'Inter caratterizzata da cori razzisti al suo indirizzo.

    Koulibaly, giusto lottare anche contro cori su napoletani - "Quando sono arrivato in Italia non percepivo tanto i cori contro i napoletani, perché ero concentrato sul calcio ma quando ho cominciato a capire sono rimasto stupito. Penso a Insigne, fanno cori contro i napoletani ma poi quando lui è in nazionale tutta Italia lo sostiene". Lo ha detto il difensore franco-senegalese del Napoli Kalidou Koulibaly in un'intervista sui canali ufficiali del Napoli. "Napoli - ha aggiunto - è una bellissima città e bisogna fare una lotta giusta anche su questo. Quelle persone che fanno certi cori sono poche ma fanno tanto parlare di sé, devono pensarci due volte prima di fare cori di discriminazione". Koulibaly, nato a Saint-Dié-des-Vosges, piccolo centro sui monti Vosgi, e cresciuto anche calcisticamente in Francia, ha parlato della differenza tra il suo Paese natale e l'Italia: "In Francia - ha detto - non ho mai avuto problemi sui campi di calcio e nella vita. Sono cresciuto con tanti amici stranieri, turchi, arabi del Nordafrica, francesi, senegalesi, non c'erano mai problemi. Per me la Francia da questo punto di vista è diversa, anche in nazionale ci sono sempre tanti giocatori di colore e non è mai stato un problema. E' un Paese che ha tante diversità culturali nella popolazione, sono avanti su questo".

    Koulibaly, lotta a discriminazioni parta dalle scuole - "Il calcio è uno sport molto popolare e questo ci aiuta, tocca a tutti i calciatori fare quei passi necessari per combattere la discriminazione. Possiamo farcela, abbiamo già fatto tanto e possiamo fare ancora molto per combattere la discriminazione e il razzismo". Lo ha detto Kalidou Koulibaly in un'intervista rilanciata sui canali ufficiali del Napoli. "Essere considerato un simbolo - ha aggiunto - non mi fa piacere perché mi ricorda che ancora oggi abbiamo bisogno di lottare contro le discriminazioni. Da quando sono nato mi hanno insegnato il valore dell'essere tutti uguali e quindi essere un simbolo è anche una bella cosa, perché vuol dire che questi valori li posso mostrare a tutti. Per me è una lotta importante e in questi venti giorni ho acquisito ancora maggiore maturità". "Io faccio questo lavoro - ha ricordato Koulibaly - già da tempo. Un bel momento è stato un anno fa quando sono andato a parlare del tema in una scuola a Milano, dobbiamo partire dalle scuole a insegnare questi valori. A mio figlio non devo spiegarlo e anche nella sua scuola ho sentito tanto sostegno dai suoi amici bambini, perché per loro è normale pensare che tutti i bambini sono uguali"